Il 21 aprile scorso gli Emirati Arabi Uniti hanno sottoscritto la Convenzione Multilaterale sulla Mutua Assistenza Amministrativa in Materia Fiscale (Multilateral Convention on Mutual Administrative Assistence in Tax Matters), abbandonando la qualifica di “paradiso fiscale” ed entrando a far parte dei Paesi che garantiscono la “trasparenza fiscale” e, quindi, lo scambio di informazioni con riferimento ai contribuenti residenti al di fuori del relativo territorio.
Fino ad una decina di anni fa era impensabile che un “paradiso fiscale” come gli Emirati Arabi Uniti potesse consentire lo scambio delle proprie informazioni fiscali, condividendole con gli altri Stati, segno che ci stiamo muovendo verso la trasparenza fiscale globale.
Da ciò deriva che i contribuenti residenti in Italia che detengono un conto negli Emirati Arabi Uniti, non dichiarato al Fisco italiano, devono porsi il problema che l’Agenzia delle Entrate ha ormai gli strumenti per rintracciare le somme detenute all’estero.
Emirati Arabi e trasparenza fiscale
Con la firma della Convenzione Multilaterale sulla Mutua Assistenza Amministrativa in Materia Fiscale, gli Emirati Arabi Uniti hanno aderito al più potente strumento per la cooperazione fiscale a livello internazionale, portando a 109 il numero dei Paesi firmatari.
La Convenzione fu adottata nell’anno 1988 dall’OCSE insieme al Consiglio d’Europa, poi modificata, nell’anno 2010, per adeguarla alle nuove esigenze rappresentate dai Paesi del G20 in materia di scambio di informazioni e per estendere a tutti gli Stati la possibilità di sottoscriverla.
Questo Accordo fornisce diversi strumenti di cooperazione fiscale degli Stati in materia fiscale, quali:
– scambio di informazioni nelle diverse forme: “spontaneo”, “su richiesta” e “automatico”;
– verifiche fiscali all’estero;
– verifiche fiscali simultanee;
– assistenza nella riscossione delle imposte.
La Convenzione, inoltre, costituisce lo strumento prediletto per l’implementazione delle misure di trasparenza fiscale adottate dall’OCSE e dai Paesi del G20 nell’ambito del Progetto BEPS (Base Erosion and Profit Shifting), in particolare con riferimento all’Azione 13, relativa allo scambio automatico dei Country-by-Country Reports riguardanti le imprese multinazionali e all’Azione 5, concernenti la trasmissione dei ruling stipulati tra gli Stati e le imprese per la concessione di particolari regimi fiscali di favore.
Emirati Arabi e scambio di informazioni
La Convenzione firmata dagli Emirati Arabi rende operativo, anche nei riguardi di quest’ultimo Paese, lo strumento dello scambio automatico delle informazioni finanziarie, prevista dal relativo articolo 6.
Tale strumento sarà utile per l’introduzione anche negli Emirati Arabi del Common Reporting Standard, il nuovo standard di scambio di informazioni elaborato dall’OCSE e di Paesi del G20, nell’anno 2014, per garantire lo scambio automatico delle informazioni finanziarie tra i Paesi aderenti.
Ne deriva che, già nell’anno 2018, gli Emirati Arabi saranno pronti ad effettuare il primo scambio automatico delle informazioni fiscali.
Emirati Arabi e scambio di informazioni sul conto estero
L’adesione degli Emirati Arabi ai nuovi standard di scambio di informazioni ha come effetto immediato che questo Paese garantirà la massima trasparenza fiscale anche nei rapporti con l’Italia e, più specificamente, rispetto all’Agenzia delle Entrate.
Ciò significa, a titolo esemplificativo, che se un contribuente residente in Italia possiede un conto corrente negli Emirati Arabi (ovvero nei seguenti sette emirati: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujaira, Ras al-Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn), i dati finanziari relativi a quest’ultimo saranno oggetto di scambio di informazioni tra l’Amministrazione finanziaria emiratina e l’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, dal momento che gli Emirati Arabi hanno aderito anche alla forma “automatica” dello scambio di informazioni, da implementarsi secondo il modello del Common Reporting Standard, dette informazioni verranno trasmesse all’Italia (Agenzia delle Entrate) in maniera, appunto, “automatica”, senza che il nostro Paese sia tenuto a richiederle in maniera specifica per ciascun contribuente.
Inoltre, si sottolinea come, per quanto il primo scambio automatico delle informazioni si preveda per l’anno 2018, a determinate condizioni, questo potrebbe anche retroagire fino a 3 anni, comportando lo scambio di informazioni già a partire dell’anno 2015.
L’Agenzia delle Entrate, dal canto suo, dopo aver ricevuto le informazioni, ha la possibilità di indagare sulla provenienza delle somme detenuto sul conto estero le quali, se non dichiarate ai fini fiscali, potranno essere ritenute frutto di evasione fiscale. Ne consegue il recupero delle imposte evase e l’applicazione di sanzioni maggiorate in considerazione del fatto che le somme sono state occultate all’estero.
Come regolarizzare il conto negli Emirati Arabi?
I contribuenti residenti in Italia che hanno un conto negli Emirati Arabi non dichiarato al Fisco italiano sono tenuti a considerare l’ipotesi che presto i relativi dati verranno trasmessi dallo Stato estero all’Italia (Agenzia delle Entrate), circostanza che permetterà al Fisco italiano di recuperare le imposte evase e le relative sanzioni per evasione fiscale.
Prima che ciò accada, è bene sapere che fino al 31 luglio 2017 i contribuenti hanno la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale attraverso la procedura di cd. Voluntary Disclosure, conseguendo dei notevoli vantaggi in termini di riduzione delle sanzioni applicate e esclusione della punibilità per numerose ipotesi di reato.
Per richiedere una consulenza fiscale internazionale in materia di scambio di informazioni con gli Emirati Arabi Uniti e cd. Voluntary Disclosure scrivici all’indirizzo info@itaxa.it oppure compila il Modulo di contatto.
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